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Torino 14/05/2025
È nato a New York il 31 gennaio del 1992, ma quando entra in campo, Andrea Collarini si trasforma in un guerriero con l’anima latina. Porta la racchetta come fosse una spada, e nel look… un’intera passerella. Sì, perché con quell’outfit rosa psichedelico, i polsini coordinati e il cappellino con la volpe, sembra pronto per Vogue più che per la terra rossa.
Ma che nessuno si faccia illusioni: quando inizia il match, il newyorkese di nascita e argentino di cuore gioca ogni punto come fosse la finale di Wimbledon.
Collarini è uno di quei giocatori che non hanno bisogno di urlare per farsi notare. Basta guardarlo: si concentra, cammina tra un punto e l’altro con uno sguardo da tango malinconico… e ogni tanto, si ricorda anche che il tennis è spettacolo. Perché in quest’epoca in cui i campi da tennis sembrano sfilate di moda più che arene, lui non stona affatto: sembra uscito da un catalogo sportivo alternativo, ma dentro ha l’anima di un combattente d’altri tempi.
Tra dropshot e sguardi che bruciano, questo Andrea miscela con naturalezza l’accento di Queens e il cuore di Quilmes. E questo, signori, non si può allenare.
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