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Roma, 07/05/2025
In Vaticano si respira incenso e silenziose manovre. Ma a poche racchettate di distanza, al Foro Italico, le tonache lasciano spazio al sudore, e i sussurri cardinalizi vengono rimpiazzati da urla di “Out!” e smash volanti. Inizia il Torneo Internazionale di Tennis di Roma… e neanche il Papa è al sicuro.
Perché il Foro, più che un torneo, è un circo romano in scarpe da ginnastica.
Il pane?
Le focacce al prosciutto vendute a 9 euro.
Il circo?
Djokovic con l’espressione di un imperatore stanco, che aspetta qualcuno che gli rompa il servizio.
I gladiatori?
Sinner, Alcaraz, Swiatek, Sabalenka… e tutto il resto della nobiltà tennistica in ritiro spirituale pre-Roland Garros.
E i romani? Sempre i soliti:
• Applaudono ogni tennista che dice “grazie mille” con accento umano.
• Si lamentano del caldo, del prezzo dell’acqua e del ranking ATP come fosse una tassa.
• E scelgono il loro beniamino in base al rovescio… o al taglio di capelli.
E lo scenario?
Da film epico. Rovine, obelischi, fontane, pini marittimi che sorvegliano la terra rossa. A tratti sembra che Nadal possa essere canonizzato direttamente sul campo 3.
E i giocatori?
Corrono, sudano, si crampano e guardano il cielo dopo ogni scambio, non per cercare il VAR, ma la provvidenza. Perché a Roma, o ti adatti… o fai le valigie al primo turno.
Conclusione:
Il Foro Italico è un conclave con le racchette. Ci sono i favoriti, gli outsider, i sospetti e la suspense. Nessuna fumata bianca, ma tanta terra rossa e un sacco di teatro.
E se non vinci a Roma? Tranquillo. È solo il riscaldamento più chic dell’anno… per Parigi.
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