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E Bublik? Accendetelo col telecomando!

sporting bublik

Per un attimo —anzi, per venti minuti gloriosi— Federico Arnaboldi ci ha fatto sognare. Al Circolo della Stampa Sporting l’atmosfera era da festa: urla, applausi, e un “Forza Fede!” che si sentiva fin dentro i bar di corso Agnelli.
Il ragazzo di Cantù ha letteralmente travolto Alexander Bublik, ex numero 20 al mondo, con un primo set talmente perfetto che abbiamo pensato: “Lo sta facendo a fette come una mozzarella!”
Parziale? 6-0.
Sì, sei a zero. Come se il kazako fosse entrato in campo in modalità aereo.

Ma Bublik non è un giocatore qualunque.
È un elettrodomestico umano.
Uno di quelli che non sai se è acceso, se ha bisogno di nuove batterie o di un aggiornamento software via bluetooth.
Eppure —non si sa come— si accende.

E infatti si è acceso.

Nel secondo set, Bublik si è stiracchiato, ha sbadigliato, si è fatto un (finto) tè al plutonio, ed è tornato in campo come se non avesse appena subìto una lavata di capo.
Parziale: 6-3.
Da lì in poi, non l’ha più fermato nessuno.

Nel terzo, a spegnersi siamo stati noi del pubblico.
Perché mentre Bublik tirava ace, pallonetti GPS e colpi da circo, Arnaboldi sembrava chiedersi se non fosse stato sostituito da un ologramma.
Finale: 0-6, 6-3, 6-3.
Durata: 95 minuti. Un film di Hitchcock con finale alla Kafka.

La verità?
Nessuno ha capito da dove ha tirato fuori l’energia Bublik.
È kazako o è Kazanov? Ha una molla segreta nelle calze? O forse gioca meglio dopo una breve ibernazione?

Comunque sia, se avete un elettrodomestico che non parte, portatelo da Bublik.
Lui lo riaccende.

NOTA: SportJournal.pictures consiglia di non guardare le partite di Bublik con defibrillatore emotivo attivo. Rischio di sbalzi cardiaci intensi.

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